Skylletion, antica Squillace
Esigenze strategiche della città madre, Kroton, hanno fatto nascere per il controllo della zona dell’istmo, Skylletion.
L’accesso agli scavi si trova sulla strada per Borgia, a sud di Catanzaro. Il luogo, è stato identificato da Ermanno Arslan, grazie al ritrovamento di un’epigrafe che ha distinto topograficamente la città antica dal luogo, più arroccato, dove oggi sorge Squillace.
La tradizione letteraria greca parla per Skylletion di una fondazione ad opera di Menesteo, o di Ulisse, al ritorno dalla guerra di Troia, ma è più probabile l’ipotesi della sua origine come sub-colonia di Kroton.
Durante il IV° e III° a.C. la città cadde, sotto il dominio dei Brettii. Alla fine del II° a.C., la città perde l’identità greca, dopo la sconfitta di Annibale, e nel 123/122 a.C. ad opera di Caio Gracco, diventa la colonia romana conosciuta come Minervia Scolacium.
Coinvolta nella guerra contro Spartaco nel 72-71 a.C., la città crebbe d’importanza, raggiungendo in età giulio-claudia un aspetto monumentale.
La guerra greco-gotica segnò il declino di Scolacium, intorno al VII° d.C. si data l’abbandono del sito e secondo il diffuso fenomeno dell’arroccamento, gli abitanti si rifugiarono all’interno per sfuggire alle scorribande dei barbari, e fondarono l’attuale Squillace. L’ultimo intervento edilizio si deve ai Normanni che, tra l’XI° e il XII° secolo, rioccuparono per qualche decennio il sito, costruendo una grande basilica, nota come S. Maria della Roccella, da cui deriva il toponimo attuale, Roccelletta.
Gli scavi, iniziati nel 1965 da Ermanno Arslan per conto della Soprintendenza Archeologica, continuano ancora oggi secondo un programma annuale, e hanno riguardato prevalentemente le grandi emergenze monumentali del foro, del teatro e della basilica normanna.
Della città greca non sono ancora emerse strutture murarie, il che conferma la sovrapposizione topografica tra il centro greco e quello romano. Molto si può apprezzare della Scolacium romana e medievale. Un itinerario con pannelli esplicativi guida il visitatore in un percorso che, dall’ingresso, lo porta nei pressi degli imponenti ruderi della basilica normanna di Santa Maria della Roccella.
Lo stile romanico si mescola a influenze bizantine e arabe. Proseguendo nella visita, dopo aver superato i fabbricati del vecchio frantoio e dell’antiquarium, voltando verso mare si giunge al foro, una grande area rettangolare, pavimentata con mattoni quadrati, circondata da portici. Ai margini della piazza sono stati già scavati: un Caesareum, la Curia e un’aula termale; all’interno dell’area forense sono visibili un tempietto, una fontana monumentale e un tribunal.
Oltre il foro, costruito in almeno due fasi edilizie tra il I°-II° d.C., e destinato a ospitare circa 3500 spettatori si trova il tempietto in summa cavea.
Ricerche preliminari hanno inoltre individuato l’anfiteatro, tre impianti termali, le necropoli e l’acquedotto.
Nel 1982 tutta l’area è stata espropriata dallo Stato per costituire il Parco Archeologico della Roccelletta. Da allora si è lavorato al ripristino degli edifici esistenti, per ricavarne magazzini, laboratori, uffici (il vecchio frantoio) e un Antiquarium (ex Casa Mazza), dove esporre quanto riportato in luce.