Medma, l’antica Rosarno
Fu identificata da Paolo Orsi nel 1910 ad ovest di Rosarno presso la località Piano delle Vigne, a sinistra della foce del fiume Mesima, anticamente Mesma. Mesna era l’altro nome con cui era nota la città, in antico. La necropoli è situata invece in località Calderazzo. A Marina di Nicotera si trovava il porto che Strabone chiama Emporion.
La colonia fu fondata dai Locresi attorno al 600 a.C., assieme ad Hipponion, per fortificare il confine con il Reggino, segnato dal fiume Metauros. Fu famosa per la produzione di statuette fittili e patria dell’astronomo Filippo, amico di Platone. Notizie storiche indicano che nel 422 a.C., con Crotone e Hipponion, Medma fece guerra a Locri, ad oggi non si conosce l’ esito. Nel 389 a.C. fu presa da Dionisio I e forse distrutta, i suoi abitanti furono de portati a Messina, ma la città sopravvisse comunque per tutto il IV a.C., sotto il dominio dei Brettii, battendo moneta con la legenda Mesma. Il centro fu forse abbandonato in concomitanza con le vi cende della seconda guerra punica: quel che è certo è che non fu più occupato in età romana.
Paolo Orsi nel 1910 esplorò un vasto deposito votivo in contrada Calderazzo: una larga fossa, lunga oltre 20 m, colma di statuette, ceramiche e reperti in metallo, databili tra VI e V a.C.: si ignora ancora a quale divinità fosse dedicato il santuario. Lo stesso individuò un’altra stipe votiva, più piccola, in località S. Anna, che restituì piccoli cavalli in terracotta (V-IV a.C.), tanto da far pensare al culto dei Dioscuri, già attestato a Locri. In contrada Nolio è stata infine identificata la necropoli, scavata da Orsi e ancora nel 1940 da Paolo Enrico Arias, che ha restituito corredi compresi tra 400 e 300 a.C.
Dal 1977 sporadiche ma mirate campagne di scavo della Soprintendenza Archeologica, hanno messo in luce un tratto di mura, resti dell’abitato, due tratti di strade rettilinee e ortogonali con grossi ciottoli di granito de Sec. IV – III a.C
Tipiche di Medma sono le statuette fittili e le arule con soggetti mitologici prodotti dalle industrie locali e ritrovate nei vari siti della Magna Grecia. Tali materiali sono oggi conservati nei Musei Archeologici di Nicotera, Reggio Calabria e Crotone.